Vigilanza Città di Roma Metronotte Ceduto il ramo d’azienda
Sembra essere un «escamotage» per aggirare l'ostacolo dell'interdittiva antimafia, la decisione di cedere il ramo d'azienda della vigilanza di Città di Roma Metronotte a un'altra società del settore. La cronologia degli eventi è significativa. Il 16 ottobre la Prefettura ha emesso un'informativa antimafia nei confronti della società cooperativa, che attesta «la presenza di situazioni relative a tentativi di infiltrazioni mafiose previste dal decreto legislativo n. 159 del 6 settembre 2011». L'istituto di vigilanza Metronotte è una corazzata nel settore: con 735 dipendenti sorveglia a Roma palazzi del potere e sedi istituzionali, come l'Agenzia delle entrate, la Banca d'Italia, la Rai, l'ambasciata americana, nonché ministeri, ospedali, Asl, metropolitane. Fabrizio Montali, definito come il «dominus e amministratore di fatto dell'istituto», in un'indagine della Procura in cui gli viene contestato di non aver versato l'Iva per oltre 6 milioni di euro, lo scorso 8 novembre è stato condannato in primo grado a 18 mesi di reclusione per usura. Tra i capi di imputazione contestati c'era anche il riciclaggio di denaro e l'intestazione fittizia dei beni. Co-imputato nel processo: Enrico Nicoletti, ex tesoriere della Banda della Magliana. È stata proprio l'Agenzia delle entrate, il 17 ottobre, a comunicare all'azienda, rappresentata legalmente da Carlo Mitra, l'interruzione immediata del servizio di vigilanza presso le proprie sedi centrali. «Tenuto conto della rilevanza dell'informativa antimafia ricevuta dalla Prefettura - si legge nella nota - e della natura del servizio, si è disposta l'interruzione del rapporto contrattuale con la società, in qualità di mandataria dell'Ati». Lunedì scorso, in tutta fretta, Città di Roma Metronotte ha siglato un atto notarile con il quale ha conferito il ramo d'azienda dei servizi di vigilanza fissa e portierato a Tve Vigilanza L. srl, a decorrere dal 21 ottobre. Nella lettera con cui martedì sono state informate le rappresentanze sindacali del settore, l'operazione di trasferimento viene giustificata con le seguenti motivazioni: «per la Tve, sviluppare l'operatività aziendale in ambiti organizzativi e commerciali più ampi; per la Città di Roma Metronotte, realizzare acquisizioni aziendali nell'ambito del processo di sviluppo in atto». La coincidenza delle date, tuttavia, sembra indicare una strategia per frenare l'emorragia delle revoche degli appalti. Sono ben 57 le commesse pubbliche in corso, alle quali si sommano un'altra ventina di commesse private. Dopo l'Agenzia delle entrate, sono arrivate le disdette del ministero degli Esteri, dell'Asl Rm H e delle metropolitane. Lunedì Città di Roma Metronotte ha presentato ricorso al Tar del Lazio contro la Prefettura e il ministero dell'Interno chiedendo l'annullamento dell'informativa antimafia, nonché il risarcimento dei danni. Secondo il professore Federico Tedeschini, legale della società, è stata violato l'articolo 32 del decreto legge n.114 del 2014 che attribuisce al Prefetto il potere di commissariare le aziende ritenute in odore di infiltrazioni mafiose, per salvaguardarne la vita sociale ed economica dell'impresa.