In carcere il commando che assaltò un portavalori

25.04.2013 09:11

Avevano assaltato un furgone portavalori con pistole e mitragliette, disarmando le due guardie giurate e portandosi via oltre centomila euro. Era accaduto nell’aprile dell’anno scorso, all’alba, davanti all’Iper Famila di Fiorano, dove il furgone stava completando il giro per la raccolta dei contanti. Ora quel commando è finito in manette con l’accusa di rapina aggravata in concorso. La prima sezione criminalità organizzata della squadra mobile ha eseguito ieri cinque ordinanze di custodia cautelare in carcere, quattro in carcere e una ai domiciliari, e tre perquisizioni nelle abitazioni di tre indagati, tra i quali anche una guardia giurata di CoopService, immediatamente sospesa dal servizio. In carcere sono finiti Fortunato Manna, 29 anni, titolare di un Soccorso Stradale e residente a Modena; Crescenzo Russo, 53 anni, residente a Sassuolo, ex addetto delle pulizie allo stesso IperFamila; Salvatore Aniello Montella, 37 anni, residente nel Napoletano; Pasquale Puro, 48 anni, anch’egli residente nel Napoletano. Ai domiciliari Fabio Mosti, 29 anni, residente a Sassuolo. I tre indagati, denunciati a piede libero, sono Antonio Danzico, 34 anni, e Salvatore Lamanna 52 anni, entrambi napoletani, e P.V., guardia giurata 36enne residente a Fiorano , già sospeso dal servizio.

Secondo la minuziosa ricostruzione della polizia, che ha preso in carico le indagini solo nel novembre scorso risolvendo quindi il caso in meno di sei mesi, il commando aveva preparato il colpo nei minimi dettagli. Manna si era presumibilmente occupato di mettere a disposizione le automobili “pulite” grazie alla sua attività di Soccorso Stradale, l’ex addetto delle pulizie ha fornito informazioni e il ruolo di basista sarebbe stato ricoperto dalla guardia giurata, che, pur non essendo di turno il giorno del colpo, prestava però servizio su quel furgone, per quel servizio e in quella zona. «Del colpo non c’erano immagini della videosorveglianza e i banditi non avevano lasciato impronte nè tracce di Dna - ha spiegato il responsabile della squadra mobile Amedeo Pazzanese - quindi le indagini sono partite dall’incrocio delle migliaia di dati ricavati dai tabulati telefonici, esame scrupoloso e lavoro enorme, dato che i rapinatori hanno sempre utilizzato schede anonime e dedicate per parlare tra di loro e spesso addirittura comunicavano attraverso “schede ponte” . L’intuizione che ci ha messo sulla strada giusta è stata ricavata dal modus operando del commando, che ricordava quello di diverse bande di base nel Napoletano e attive anche in altri colpi. Infatti, gli arrestati e gli indagati sono tutti di origine napoletana. Si sospetta che il commando possa avere messo a segno un assalto ad un altro portavalori nel Pisano a giugno dell’anno scorso, durante il quale un automobilista è stato colpito alla gola da un colpo di arma da fuoco sparato dai banditi. I risultati di sei mesi di indagini sono quindi stati sottoposti al Gip in oltre ottanta pagine di informative ed è arrivato l’ok alla custodia cautelare e alle perquisizioni che sono state immediatamente eseguite. Hanno collaborato i commissariati di Sassuolo e Frattamaggiore nel Napoletano.