Giano, il padre del bambino denunciato per omessa custodia dell’arma

06.11.2012 09:17

 

 
 



Potrebbe essere stata quella passione per le pistole a spingerlo a curiosare nella stanza in cui papà si era preparato per andare a lavorare. La stessa curiosità che lo ha spinto a prendere la calibro 9 semiautomatica di papà dal cassetto del comodino e iniziare a maneggiarla. Tre anni però non sono sufficienti per capire la pericolosità di quell’oggetto. E infatti Andrea ci gioca, se lo punta contro e spara. Una manciata di secondi e muore.

La tragedia Il padre Antonio Cerquiglini, guardia giurata, la madre e i fratellini di quattro e otto anni dal piano di sotto in cui avevano appena cenato, corrono su per le scale e chiamano subito il 118, ma la piccola vita di Andrea è già finita. Lo strazio è enorme, papà Antonio si sente male e viene trasportato in ospedale a Foligno. Anche la mamma ha bisogno di cure, e i fratellini vengono subito portati da alcuni parenti.

IL VIDEO

Le testimonianze Secondo quanto detto dai familiari ai militari arrivati sul posto pochi minuti dopo la tragedia, avvertiti dal 118, il piccolo Andrea sarebbe salito al piano superiore per andare in bagno. Pochi istanti dopo, gli altri avrebbero sentito lo sparo. E’ stato lo stesso papà di Andrea a riferire che il bambino aveva una grande passione per le armi. Sono stati madre e padre a dire che il piccolo sapeva come caricare una pistola, giocattolo.

Il colpo in canna Invece, sabato sera potrebbe aver caricato quella vera del padre. Lui, la guardia giurata che detiene regolarmente la calibro nove e altre armi, ha detto di non aver lasciato la pistola con il colpo in canna. Elemento questo che renderebbe più facile per un bambino premere il grilletto. Antonio Cerquiglini ha detto che non era sua abitudine farlo. La pistola, sequestrata poi insieme all’intero appartamento, è stata trovata caricata di munizioni.

Dubbi Nessuno nega che almeno inizialmente la versione del bambino che si è sparato da solo non convince del tutto. Ma saranno le testimonianze dei familiari raccolte dai carabinieri di Spoleto e Giano dell’Umbria, tutte uguali e concordanti, a far propendere i carabinieri per questa ricostruzione dei fatti che tuttavia verrà verificata anche scientificamente.

La prova dello stub A tutti i presenti in casa infatti i militari della scientifica del comando provinciale di Perugia giunti sul posto per i rilievi del caso, hanno fatto la prova dello stub, che individua la presenza di residui di polvere da sparo addosso alle persone. In questo modo, ci sarà anche la certezza scientifica che le cose siano andate veramente come sembra raccontare questa immensa tragedia.

Immagini della casa dove è avvenuta la tragedia

L’autopsia Anche l’esame autoptico, che potrebbe essere svolto già lunedì, sarà estremamente importante perché, secondo quanto ricostruito dal medico della Asl intervenuto sul posto, sul corpo del bambino ci sarebbe solo il foro d’uscita del proiettile sulla regione occipitale della testa. Il che fa presupporre che la pistola fosse all’interno della bocca del piccolo. Andrea duqneu potrebbe aver messo la pistola in bocca, come tutti i bambini fanno con gli oggetti più disparati.

Altre responsabilità? Il padre del piccolo intanto è stato denunciato per omessa custodia dell’arma. Un atto dovuto e previsto dal codice in casi simili. Resterà da capire, qualora anche la prova dello stub desse esito negativo, se esistono altri profili penali a carico di chi doveva vigilare che quell’arma non fosse a portata di tutti. Andrea aveva sparato al luna park. Aveva sparato con le pistole giocattolo. Sapeva caricarla. Sapeva come si doveva fare. L’ingenuità dei suoi tre anni però non poteva fargli comprendere che quello sarebbe stato il suo ultimo gesto.