Bomba contro il Tribunale di Fermo.

25.10.2012 14:02

Un tema molto sentito e per il quale in passato ci sono già state polemiche e battaglie legali per l’installazione delle transenne davanti alla porta principale del tribunale. Una battaglia momentaneamente vinta dai residenti che ne avevano chiesto la rimozione, ma che a giorni aspetta la sentenza definitiva. «Palazzo di giustizia è un obiettivo sensibile — commenta l’avvocato Paolo Rossi, assessore all’urbanistica del Comune di Fermo — e quindi anche a rischio di attentati. Ora non bisogna speculare sull’episodio, ma credo che vadano evitate anche le facili ironie». L’avvocato Paolo Flaiani, uno dei promotori del ricorso, non ci sta alle strumentalizzazioni: «Ora sarà facile cavalcare questo episodio, ma vorrei sottolineare che l’ordigno esplosivo è stato posizionato in una zona che non ha niente a che vedere con quella interessata dai dissuasori per i quali abbiamo chiesto la rimozione». Cosa ne pensa invece chi in tribunale ci lavora? Il funzionario di cancelleria Annarita Zechini non sembra preoccuparsi più di tanto: «Secondo me, si è trattato di un atto vandalico. Oltretutto l’ordigno è stato messo fuori dalla finestra e non è detto che il gesto fosse rivolto contro i nostri uffici. In ogni caso io qui mi sento tranquilla». L’assistente giudiziaria Natascia De Santis sottolinea invece la necessità di maggiori controlli all’interno di palazzo di giustizia: «Qui entra chiunque e senza neanche un controllo. All’ingresso c’è un agente della vigilanza privata, ma da solo non può fare più di tanto. Questo attentato è un cosa da non sottovalutare, anche se non mi risulta che a Fermo ci siano gli anarchici».

LE FA eco l’ausiliaria Adelaide Germani: «Non ci sentiamo per niente sicuri, ma il nostro lavoro è questo e deve andare avanti». Anche Maria Giuseppina Tintinelli, assistente giudiziaria, chiede più sicurezza: «Non mi preoccupa il fatto in sé, ma più l’assenza di controlli all’interno del tribunale». Dello stesso avviso anche l’operatrice Patrizia Marcello: «Ci vuole più sicurezza, certe cose non dovrebbero succedere».